Le origini dell'arborologia pranica
Tutto ebbe inizio durante l’estate dell’anno 2018.
In quel periodo stavo seguendo l’addestramento druidico ed in particolare stavo studiando l’alfabeto ogham, di cui si parlerà nel dettaglio nei corsi e seminari che varranno organizzati, che in pratica è l’alfabeto arboreo degli antichi celti, che avevano dato un nome e un simbolo a diverse specie arboree, con significati spirituali specifici; ciò era davvero affascinante e mi chiedevo come erano riusciti a fare una cosa del genere. Ogni specie rappresentava una lettera dell’alfabeto, che insieme venivano usate non solo per scopi magici e profetici, ma anche per creare una lingua segreta che era conosciuta solo da bardi, ovati e druidi. Nello stesso tempo mi interrogavo sul perché gli antichi celti avessero limitato i loro studi solo a quelle specie e non li avessero estesi ad altre specie e se anche le altre specie non contemplate avessero un valore e un’importanza.
Un giorno mi trovavo nella Valle dei Platani, situata nel territorio di Antillo, un piccolo paesino dei Monti Peloritani, in Sicilia, dove sono cresciuto sino all’età adulta, ed ove scorre un torrente circondato da alberi di platano, ed in particolare ero seduto ai piedi dell’esemplare più anziano, che vive circondato dall’acqua che scorre verso valle. Stavo meditando e mi venne un’idea e così mi rivolsi allo spirito dell’albero e gli chiesi come si chiamava e se avesse qualche insegnamento da trasmettermi. Aspettai un po’ e quando fui rilassato e la mia mente divenne vuota mi sembrò di iniziare a percepire una voce nella mia testa e alcune parole iniziarono a formarsi. Da quel momento iniziò un vero e proprio dialogo con lo spirito del platano che mi trasmise la sua saggezza. Ma non fu un caso isolato, perché al platano seguirono poi altre specie arboree con le quali intrattenni lo stesso dialogo e ricevetti dei preziosi insegnamenti, ed in particolare il castagno, l’ulivo, il leccio, il ficodindia, il gelso, il melograno, il mandorlo, il noce, il bagolaro, il limone e l’alloro.
Compresi come la musica può facilitare la comunicazione uomo-albero, poiché notai che suonando la lyra celtica, uno strumento musicale dell’antica tradizione celtica, si creava la giusta atmosfera che creava una forte connessione empatica con l’albero, rendendo possibile la comunicazione. Il suono della lyra è davvero sublime e permette alla coscienza di raggiungere elevati livelli di trascendenza, che vanno oltre la mente conscia.
Nella creazione dell’Arborologia Pranica ho utilizzato tutte le conoscenze e le esperienze acquisite durante la mia ormai ultra decennale pratica spirituale, ed in particolare le conoscenze acquisite nello studio dello sciamanesimo celtico e del druidismo e quelle acquisite con il pranic healing, che rappresenta l’arte e la scienza della guarigione energetica, ed ho così voluto fornire a chi si appresterà al relativo studio tutti gli strumenti con cui potersi approcciare al mondo arboreo non solo con la mente, ma anche e soprattutto con l’esperienza diretta e concreta, per imparare così a comunicare efficacemente con il mondo naturale.